mercoledì 26 maggio 2010

Il Buio la LUce e l'Uomo - Per un pugno di scelte

"Non c'è posto dove tu ti possa nascondere" - disse il Buio - "..se non dentro di me!"


Ignorando ogni oggetto che ti sta attorno non puoi che brancolare (ebbene sì, questo è il verbo) e aspettare che le pupille diventino più piccole fino a ridursi a dei puntini neri nell'oscurità. Allora sì che vedresti qualcosa!


"Non c'è posto per me lì!" - disse la Luce - "Guarda quanta gente già c'è....vuoi che ti faccia luce?"


Al minimo chiarore nell'oscurità, qualunque animale, compreso l'uomo, ha l'istinto di scappare via veloce o fingersi morto (la fantomatica tecnica dell'orso) per mantenere la propria tranquillità.


"Ascoltatemi - dissi Loro - " che io dorma con la Luce o con il Buio non cambia proprio Niente. Che voi esistiate e ci diate delle tempistiche precise per cui vivere è un'ottima cosa ma lascia indifferente una buona fetta della popolazione mondiale. Noi umani siamo rivoltosi di natura. Anche il più calmo di noi, in quest'epoca molto avanzata e bizzarra, accende un lumino per vedere al Buio e indossa occhiali scuri per smorzare la Luce. Ammetto che siate nati prima voi di me, ma ciò non cambia il Nulla, non avete il diritto di scegliere. Noi ce l'abbiamo! vi dico, quindi, di smetterla di litigare tra di voi; non vogliamo o l'uno o l'altra, bensì un condensato dei due.Grigio!"


Disse un Vecchio: -" Non ci vedo più da molti anni...scusatemi...farò possibile per ricambiare il favore, ma... con questo grigio ho molto freddo e non riesco più a capire dove camminare da quando le ombre sono ancora più indistinte. Era meglio una volta quando riuscivo ancora a distinguere. Perciò, grazie al Sole  e grazie alla Luna, potremmo ritornare ai bei vecchi tempi?"


(F.Air)

giovedì 20 maggio 2010

La piccola bussola

Quella del mattino
è una stella che
riporta al confino
tra realtà e sogno
e ti bacia tenera 
al risveglio
senza slealtà né sdegno,
come il mare passato
ha dato al suo meglio.

Se non ci fossi tu Stellina...
sarebbe così ogni notte
fermo senza brezza marina
navigando in una botte.

(il miele cola dai muri per tutta la gente che sta fuori)

(F.Air)

venerdì 7 maggio 2010

linda esce di testa


linda chiama
 veste indi
esce linda
 lind'aspetta
inda life
inda music
inda people
perchè lui?
dov'è lui?
linda bella
inda round
lind'aspetta
perchè aspetta?
dov'è l'indi?
indignata
indisposta
indifesa
indi sclera

linda va
inda people
inda love
inda life
inda incontra
inda gatta
linda's boyfriend?
 no, uno a caso
inda music
linda è fàtta
inda linda
dov'è linda?
 inda club
chi sei linda?
non risponde
indi sale
indi linda

linda balla
suda linda
inda music
linda's movie
inda people
linda around
linda cresce
l'indi pensa
linda grida
quindi sclera
linda's people
inda club
linda viola
quindi vola
inda trip
linda dance
linda sola
l'inda vento
l'altro spinge

quello vuole
più del doppio
linda corre
indi lola
inda yea
 quindi perde
l'altro insegue
linda scappa
indi cade

inda music
inda people
quindi linda
è spenta
lind'accetta
linda vacca
lind'ammucca
 s'odia linda
linda sbocca

linda balla
indi sballa

linda sexy
inda love
indi scopa
lind'al cesso
linda's life
inda people
linda sfranta
linda persa
quindi piange
 linda sbratta
contro il muro

l'in decolla
linda trip
 linda s'odia
linda sale
l'inda ride
inda life
inda music
inda people
linda scopa
con qualcuno
inda love
quindi gode
linda's love
inda love

linda's people
inda street
cercano linda
linda qui
l'indi qua
lind'al cesso
l'inda dà
linda perde
l'innocenza

forse gioca
linda scopa
linda dice
non lo so
indi mente
mentre viene
ancora un po'
linda chiede
ancora un po'

non lo vuole
  un po' più forte
non l'ascolta
ancora un po'
non lo vuole
linda cerca
le parole
mentre perde
l'innocenza
inda mind
linda è sola
si vergogna
linda al cesso
linda mente
a se stessa
inda people
non è sola

linda's life
si consola
mentre l'altro
già s'invola
e lei?

rimane per terra strafatta nel cesso
e si risveglia due giorni dopo
in ospedale


giovedì 6 maggio 2010

L'urlo delle Banshee

Lei chiama lento il Tuo nome
e non è una coincidenza.
La Voce non si posa frenetica
per due volte di fila
sui Tuoi incanti incandescenti,
dovresti saperlo.
Cerca meglio il Tuo nome,
forse la Voce troverà il coraggio
di perdonare il Tuo tremito codardo.


Incanti tiepidi Le fan meno paura
ora che la Voce s'avvicina piano
ed un poco pensi a quegli occhi,
ma la distorta visuale confonde
e si accompagna al passo
della doppia cadenza
chiamando il nome della Tua stirpe,
ed ora s'è fatto semplice ricordare
il lamento, Caoineadh,
che ci ha fatto tremare
quando gli altri persero l'Eroe.


Gli incantamenti gelidi non fermano
con un sospiro le coincidenze,
e la Voce che odi - solo Tu -
diffonde il Suo presagio tra le colline.
E' un solo grido profondo e lento
che invoca il Tuo nome:
è così che la Voce del Sidhe
spezza gli incanti
e in men che non si dica
appare nella nebbia e Ti ruba la vita.

La pioggia m'infradicia sempre l'anima secca.

Voglio perdermi con la mia ombra
per far finta di odiare il sole.
Voglio perdermi in un antro buio
per sentire più nitida l'umidità
che filtra dai miei pensieri e cola
goccia dopo goccia sui miei occhi chiusi.
Credo - parlando con me - che sia
solo un po' di vaga confusione,
e non parlo il linguaggio
della mia Povertà:
lei non mi capisce,
sicuramente io l'ascolto.
Il suono della sua voce tradisce
la mia Ricchezza,
col ticchettìo metallico
dell'aritmìa dei deliri infantili & distorti
dei ricordi lontani
di una pioggia battente.

Con i folli nudi che ballano
al ritmo sincopato delle pozzanghere
nei sogni inutili, perchè specchi infranti
di antiche illusioni.
Ascoltate! piccoli cretini del nuovo Oggi
quanto si soffre
limandosi i nervi fino alle ossa,
senza capire il perchè sciocco
delle azioni stridenti.
Inquiete figure si esibiscono
ed il pubblico si tiene a distanza:
immobile fissa il Presente,
che scrive i ricordi sulla memoria confusa
dei postumi di domattina.
Assenza di sè infognata d'Assenzio:
pregiati distillati di pupille
e tu in piedi, 
un folle o un idiota 
- lei pensa - che gioca
sul riverbero delle grida,
sull'eco che scivola
perdendo l'equilibrio
e scivola, perdendo sensibilità
alle dita.

Portami via il ferro dal Sangue,
barattalo con un po' di terra,
un goccio di miele e due sogni nuovi.
Vorrei vivere il fondo dei bicchieri
tra l'alone delle lune e
i tuoi sandali di desideri scalzi.
Inspira & poi sputa un po' di cemento,
ringrazia, e poi sputa
un po' di tombini rullanti.
Pian piano con un po' di serietà
le bambine si avvicinano alle distorsioni
e si strappano quelle ridicole ali di cartapesta.

Annuisce l'eremita saggio
sulla collina di pietra,
quella che lenta sprofonda
nell'inquietudine ancestrale
- fanno peggio del loro senso comune
e sono abbastanza stupide
da sembrare a loro agio -
eppure il vecchio immobile annuisce.
È così che deve finire il divertimento:
nell'occhio del ciclone.
Fate impazzire le bambine,
chiedono dalla folla.

Schiudi le braccia!
forse pensa di sè la piccola
col battito d'ali dietro le palpebre.
Si sorride per sforzo, mica per altro
sembra pensare la piccola ninfa
mentre regola la campionatura
dei propi nervi.

Pare che il silenzio stoni
più dei pensieri dissonanti,
più degli inizi inutili,
poi d'un tratto i suoni meno nitidi
diventano quelli più intensi
- e le mani timide & sudate
si rifugiano in tasche strette,
e pose plastiche impediscono
di riconoscersi nelle vibrazioni.
Troppi nodi d'acciaio in pori
fondamentali per sudare,
troppo goffo il movimento del timpano.
Grave - pensa lei - aver sorriso 
senza mostrar labbra, denti ed occhi.

Ma incapace di definirsi s'inciampa
nel movimento armonico delle dissonanze
nei desideri impliciti,
quelli nascosti, quelli registrati
per sbobinarli e riascoltarli intimamente
tra le proprie cosce.
Si bagna tra le gambe e non lo sa,
si bagna tra le gambe e non lo sa,
mi sto bagnando tra le gambe
e per sbaglio
                      viene,
mordendosi le unghie.
Forse è un errore acustico,
una scarica di tuoni,
forse è l'ululato degli incubi che nasconde,
ma è così che le scappa un sorriso,
e applaude.

martedì 4 maggio 2010

Diamoci da fare

Cambia il pensiero e cambia anche la gente. Penso di essere ritornato ad un pensiero che avevo abbandonato molti anni fa in cui escludo alcune tipologie di persone dalla mia cerchia di frequentazioni. Non che siano persone antipatiche nella vita irreale delle relazioni sociali, non che abbiano dei caratteri fisici irresistibilmente evitabili bensì i pensieri, cosa che anni fa non credevo possibile,  spingono a chiudere qualunque ponte di comunicazione.

Odio verso chi odia  e violenza verso chi violenta.
- Contraddizione verso chi si contraddice -

La vena naturale di accettazione si è chiusa,
sgorga ora Oro cosciente, Rame violento e Ferro Duro
pronti a farsi portare da una nuova Musa
ad amare  anche quel sangue sul muro
raggrumatosi nel tempo di vedere
un corpo crivellato mettersi a sedere.

Dedicato a tutte le persone con cui non discuterò mai più di politica...